Quando:
Data - 14/10/2024
Ora - 21:00
Dove
Padova, Palazzo del Liviano, Sala dei Giganti
Per la prima volta Padova ospita Frances-Marie Uitti, “forse la violoncellista più interessante sul pianeta” come ha scritto il Washington Post. Nata a Chicago da genitori statunitensi e finlandesi, olandese di adozione, Uitti è emersa negli anni 80 come una voce fresca e nuovissima in grado di reinventare, letteralmente, il modo di suonare il violoncello. Allieva di Josef Gingold e André Navarra, e già pluripremiata all’inizio della carriera, Uitti ha presto sviluppato il suo naturale virtuosismo in direzioni sperimentali particolarmente ardite: è nota per aver ideato una tecnica estesa che prevede l’utilizzo simultaneo di due archetti, ampliando in modo straordinario le possibilità armoniche e timbriche dello strumento. Queste caratteristiche hanno attirato subito l’attenzione dei massimi compositori del secondo Novecento, John Cage, Luigi Nono, Giacinto Scelsi, György Kurtág, che hanno scritto per lei, così come anche Louis Andriessen, Jonathan Harvey, Vinko Globokar, Guus Janssen, Elliott Sharp, Richard Barrett e tanti altri. La sua abilità di improvvisatrice l’ha inoltre condotta a collaborare con Evan Parker, Mark Dresser, Misha Mengelberg e anche con artisti non musicali, come Marina Abramovic e il registra Frank Scheffer. Uitti ha stimolato anche lo sviluppo di violoncelli “alternativi”, a 6 e 12 corde, elettrificati, la progettazione di risuonatori e sordine speciali. Lo strumento che utilizza a Padova è un raro esemplare costruito interamente in alluminio nel 1929.
Uitti si presenta al pubblico di Padova in differenti formazioni insieme ad alcuni strumentisti e compositori con cui ha collaborato di recente. Oltre a esibirsi in solo, si uniscono a lei Gianni Trovalusci e Walter Prati nell’Unshielded Performance Trio, che fonde composizione, improvvisazione e ricerca elettroacustica. La serata è inoltre completata da un duo formato insieme al compositore e multistrumentista Luciano Chessa, che ha sviluppato una sua personale tecnica su un tradizionale strumento vietnamita, il đàn bầu, un monocordo amplificato e utilizzato con tecniche sperimentali.
Gianni Trovalusci, flautista e performer si muove tra musica scritta, aleatoria e improvvisazione. Ha collaborato tra gli altri con Roscoe Mitchell, Thomas Buckner, Hubert Howe, Hamid Drake, Ken Vandemark, Evan Parker, Alvin Curran, Steed Cowart, Walter Branchi, Maggie Menjie Qi, Fabrizio Ottaviucci, Giancarlo Schiaffini, Ars Ludi , e ha nterpretato moltissime opere composte per lui. È stato invitato come solista in composizioni ceseguite da orchestre come la BBC Scottish Symphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’ Opera di Nancy, di Strasburgo, di Nizza.
Walter Prati, compositore, imporvvisatore, violoncellista e performer elettroacustico, ha sempre operato nell’ambito dell’interazione fra strumenti musicali tradizionali, elettroacustica e informatica musicale, Fal dal 1987 collaborava con il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova utilizzando i primi elaboratori per la sintesi e la trasformazione del suono in tempo reale. Dal 1990, con la fondazione a Milano di MMT ha prodotto progetti di ricerca e festival. Sue composizioni sono presenti in Italia nei cartelloni dei maggiori teatri e rassegne musicali (Teatro alla Scala, Musica Presente, Biennale Musica di Venezia) e in numerosi festival europei e USA. È stato il primo collaboratore elettroacustico di Evan Parker, un’esperienza che è all’origine dell’Evan Parker Electroacoustic Ensemble di cui fa tuttora parte. Significative le sue collaborazioni con Giancarlo Schiaffini, Thurston Moore e Robert Wyatt. Insegna Composizione musicale elettroacustica al Conservatorio G. Verdi di Como e Tecniche di improvvisazione musicale al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza.
Luciano Chessa è un compositore, direttore, concertista e musicologo e multistrumentista, dall’attività molteplice. Il suo lavoro spazia dalla composizione rigorosa all’improvvisazione e al cantautorato. Ha conseguito il dottorato di ricerca in musicologia all’Università di California, Davis con una tesi su Luigi Russolo di cui si può dire sia oggi il massimo esperto. Performa, la Biennale delle Arti Performative di New York, gli ha commissionato la prima ricostruzione mai tentata dell’intera orchestra di 16 intonarumori futuristi. Oggi l’Orchestra of the Futurist Noise Intoners (OFNI) da lui diretta ha agià al suo attivo numerosi concerti con nuovi brai appositamente commissionati a Mike Patton, Tony Conrad, Blixa Bargeld, Joan La Barbara, Jennifer Walshe, Ellen Fullman, Elliott Sharp, Pauline Oliveros, Ulrich Krieger, Carla Kihlstedt, John Butcher. Chessa si è anche adoperato nella riscoperta di Julius Eastman, di cui ha ricostruito e diretto in prima assoluta, al Lincoln Center di NYC, la Symphony n.2.